Raccolta articoli C&TL

                                                                       

   

                                                                                            Varie

 

 

 

 

da C&TL Anno 2 N. 2 - Marzo/Aprile 1997

 ACCADEMIA DEL CEPPO

 L'Accademia del Ceppo trae il nome dall’antico Ospedale detto del “Ceppo”, il cui nome ebbe origine dalla leggenda che per secoli ha alimentato la fantasia popolare. Si racconta infatti che a due anziani pistoiesi, Antimo di Teodoro e donna Bandinella, fosse apparsa in sogno una fanciulla che li esortò a cercare in città un tronco secco dal quale spuntavano alcuni germogli: in quel luogo avrebbero dovuto fondare una casa per infermi e una chiesa. I due cercarono questo ceppo e lo trovarono a nord delle mura della città, vicino all’antico letto della Brana, e lì eressero una chiesetta nella quale collocarono un ceppo di castagno con un piccolo pertugio per le oblazioni.

E proprio da quel tronco prese il nome la confraternita di Santa Maria Vergine del Ceppo e poi l’Ospedale che sorse, aldilà della leggenda, intorno al 1277. Ospedale che fu abbellito sulla fronte da pannelli robbiani e da un tondo che, con l’aggiunta del motto “ex unitate florescit”, fu preso come logos dell’Accademia del Ceppo che nacque, come associazione culturale, il 26 giugno 1954 per iniziativa del Cav. Nardino Nardini, con l’intendo di promuovere qualsiasi forma di attività culturale ed artistica.

Nel 1956 nacque il Premio Letterario Nazionale “Il Ceppo” destinato al racconto edito in volume, rivista o giornale. Dalla 12^ edizione però fu dedicato, ad anni alterni, anche a poesie edite in volume.

Con la 19^ edizione nasce poi il Premio “Ceppo Proposte” dedicato, sempre ad anni alterni, al racconto edito in volume o riviste e a poesie edite in volume e destinato ad un autore nuovo. E mentre il premio “Il Ceppo” viene assegnato dalla giuria giudicatrice composta attualmente da insigni letterati di fama nazionale quali Piero Bigongiari, Mario Luzi, Carlo Bo, Leone Piccioni - e in passato da Nicola Lisi, Carlo Batocchi, Geno Pampaloni, Luigi Baldacci - il Premio “Ceppo Proposte” viene invece assegnato, tramite voto segreto durante la cerimonia della premiazione, da una giuria popolare composta da  membri scelti fra studenti degli ultimi anni delle Scuole Superiori, universitari di Lettere e da rappresentanti delle varie categorie socio-economiche della provincia.

Il premio per il vincitore del “Ceppo”, ora chiamato “Ceppo-Pistoia”, è di lire 8 milioni ed è offerto dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Il premio per il vincitore di “Ceppo Proposte” è di lire 5 milioni ed è offerto dalla Associazione Industriali di Pistoia, che patrocina il Premio. Ai vincitori dei due premi viene donato anche un “Ceppo d’oro”  offerto  dalla  Confartigianato  di  Pistoia  e,  ai due finalisti del “Ceppo Proposte” un “Ceppo d’argento” offerto dalla Coldiretti di Pistoia

Naturalmente l’attività culturale dell’Accademia, da 20 anni guidata dal Comm. Vittorio Brachi in qualità di Presidente, non è tutta in questo Premio. Nello scorso anno ha infatti accolto nel proprio seno il dipartimento “Pistoia-Città d’Arte” il cui responsabile è il Dr. Enzo Melani.

Nel gennaio scorso ha realizzato un congresso sul “Futuro dell’ex Convento di S. Lorenzo” con la partecipazione di architetti di fama nazionale.

E ancora un convegno in occasione del centenario della nascita della scrittrice pistoiese Gianna Manzini, in collaborazione con la “Brigata del Leoncino”, cui parteciparono letterati e studiosi di varie città italiane.

E una giornata in onore ed in ricordo del Dr. Fabrizio Rafanelli, fondatore del GAD pistoiese, a cui parteciparono Ugo Pagliai, Paola Gassman e altri attori che proprio sotto la guida del Rafanelli iniziarono la loro carriera artistica.

E ancora una giornata per Raffaele Galardini, fondatore benemerito dello “Zoo Città di Pistoia”.

E, infine, e proprio in quest’ultimi giorni, la pubblicazione di una antologia “Il tempo del Ceppo - Dialogo fra racconto, poesia e critica” edita dalla Giunti di Firenze, che contiene i racconti e le poesie degli autori vincitori dei premi degli ultimi 40 anni.. Opera che l’Accademia ha potuto realizzare con l’aiuto finanziario importante della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

L’Accademia è già al lavoro per preparare il bando di concorso per la prossima edizione del Premio, e per altre occasioni culturali.

                                                                                                                                    Edo Negri

                                                                                                                             Accademia del Ceppo

 

da C&TL Anno 2 N. 3 - Marzo/Aprile 1997

 Pubblichiamo il testo della  lettera che una nostra lettrice, ci ha inviato per rispondere e commentare l’articolo apparso sull’ultimo numero di Cassa & Tempo libero, dal titolo “UNO...DUE...TRE .... e la maschera è caduta” firmato Alessandro Barbarani.

 Carissimo, ho appena letto il tuo articolo che  si riferisce al suicidio di quel ragazzo di Montecatini e devo dire che mi ha colpito in modo particolare, perché mette a nudo l’angoscia di noi genitori di fronte a fatti del genere e ci costringe a porci delle domande in prima persona ;  questo è il punto estremo dell’iceberg , ma a monte ci sono tutte quelle forme di disagio che dobbiamo cercare di prevenire. Io non voglio darti delle risposte certe, che non ho, ma proporti alcune riflessioni, per evidenziare e mettere a fuoco alcuni aspetti che io ritengo estremamente importanti e che il tuo stesso articolo mi suggerisce.

Intanto vorrei dire che questo episodio certamente ti ha colpito molto di più ad esempio dei cinque suicidi accaduti nel giro di pochi giorni  vigilia di S. Valentino,  sicuramente  perché ha infranto in modo più tangibile la tua sfera familiare, in  pratica, cioè, ha toccato la tua “rosa” come direbbe il “Piccolo Principe”.

Ciò non è giusto, perché vicini o lontani questi fatti sono sicuramente una realtà sconvolgente della nostra società, e per questo è bene interrogarsi personalmente sul nostro agire sulla nostra progettualità  educativa verso i figli.  Non si può sempre puntare il dito sugli altri, sulla società, sulla scuola, o peggio ancora demandare ad essi tale responsabilità ,  magari a tal punto da  sentirsi  in pace con la propria coscienza . Occorre, invece, ripartire da noi stessi per cercare di migliorare questa situazione.

Io credo che  la famiglia dovrebbe dare ai ragazzi  due cose fondamentali, oltre a tante altre che potremmo prendere in considerazione,  e cioè: attenzione e sentimento.

La prima cosa l’attenzione, da parte di noi genitori alla persona del ragazzo. Una  sensibilità particolare, nei momenti della giornata, alle cose dette e non dette, alle mezze parole, agli atteggiamenti , per cogliere il suo stato di gioia o di depressione, di apertura o di chiusura, per capire i momenti ed entrare in essi con le parole ed i modi più opportuni, ma comunque sempre in punta di piedi per non dare l’impressione di voler soffocare o prevaricare la sua autonomia, in un gesto essenzialmente di sostegno e di amore. Un attenzione particolare alle diverse fasi della crescita, per avere sempre presente fino a che punto potersi spingere per far passare, nel ragazzo, i valori in cui crediamo e che vogliamo trasmettergli. Ma tutto questo è attuabile soltanto se abbiano  imparato primo di tutto, ad ascoltare ad ascoltarlo.

Il secondo punto: lavorare sui sentimenti.

Riuscire con un impegno paziente e continuo a valorizzare tutto ciò che viene dal cuore; come la gioia di vivere, la solidarietà, la consapevolezza di sé e degli altri nella loro relazione e nello stesso tempo nella loro unicità . Insegnargli a meravigliarsi della bellezza di un albero, ma a stupirsi ancor di più nel pensare che ogni sua foglia è unica e irripetibile. E tuttavia non nascondergli che esiste anche il dolore, la fatica dei momenti difficili, la forza ed il significato di soffrire insieme, calando tutto ciò nell’esperienza quotidiana senza vergognarci di dire  “ho bisogno di te”, oppure “ho sbagliato, ti chiedo scusa”.

E per questo secondo punto le famiglie cristiane dovrebbero avere una marcia in più: o NO!!

Certamente per fare qualcosa prima di tutto occorre, come dicevi tu, togliersi  la maschera ed essere liberi, liberi dal giudizio degli altri, liberi di andare controcorrente, liberi interiormente, altrimenti tutto diventa farsa, le parole non corrispondono più al vissuto ed i ragazzi, che hanno un intuito eccezionale ed uno spiccato senso di critica, colgono subito le discordanze e noi non siamo più credibili ed in grado di portare avanti un progetto educativo.

Sicuramente quanto ho cercato di dire è solo come un sasso gettato nello stagno e tutto andrebbe approfondito e meditato più accuratamente e soprattutto non ti nascondo che nel mio profondo c’è comunque tanta apprensione,  perché comprendo tutta la portata della parola “educare” e per questo mi piace concludere, questi miei pensieri con l’esortazione di Paolo Ef 6, 1-4:

“Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto............ E voi, padri, non inasprite i vostri figli, ma allevateli dell’educazione e nella disciplina del Signore.”

                                                                                                                                    FRANCA DIDDI

 

 da C&TL Anno 2 N. 4 - Settembre/Ottobre 1997

AMICI MIEI di Alessandro Barbarani

 Quante volte ci è successo di rimanere sorpresi di fronte ad una notizia o ad un evento che riguarda un nostro conoscente, un nostro collega  o addirittura un nostro amico, che ce lo mostra in una veste completamente diversa da quella cui siamo abituati, che ci rivela qualcosa di nuovo e di inusuale che mai e poi mai ci saremmo aspettati !?

Beh. Penso che questo sia capitato a molti miei colleghi quando hanno saputo che Guido Sardi e Lealdo Magni (del C.E.D.) hanno scritto un libro, “Itinerari Pistoiesi”, che da alcune settimane si trova nelle edicole e nelle librerie di tutt’Italia e che sta andando a ruba soprattutto tra gli appassionati di Trekking e di Mountain Bike.

Coloro che poi hanno avuto già modo di esaminare il libro, saranno rimasti ancora più sorpresi nel constatare che questa non è la solita guida sterile e parziale che in poche pagine vuol parlare di tutto e poi in fondo non dice niente, ma si tratta, invece, di una realizzazione seria  e completa, ricca ed accurata. che mancava e che contribuisce a far conoscere ed apprezzare il nostro immenso patrimonio territoriale, culturale ed artistico, non soltanto all’esterno ma soprattutto a noialtri “pistoiesi”.

Ma parlavo della sorpresa. Io non sono rimasto sorpreso. Affatto!

Conosco bene Lealdo e Guido, c’è un’amicizia datata e consolidata tra noi, e non mi stupisco di come due menti fervide come le loro siano riusciti in questa impresa.

Due persone diverse tra loro ma entrambe con un bagaglio importante di qualità e di pregi che fusi assieme hanno prodotto questo bel risultato.

Le loro qualità dicevo, che forse nell’ambiente di lavoro non sempre sono emerse e valorizzate al meglio, si sono invece manifestate in tante altre occasioni che hanno consentito loro di farsi conoscere ed apprezzare.

Grazie a loro molti nostri colleghi si sono avvicinati allo sport, in particolare al Podismo, all’Escursionismo ed alla Mountain Bike. Molti, me compreso, hanno imparato a guardare  la natura con un occhio  diverso  e  a rispettarla, a   conoscere meglio le nostre zone, le nostre colline, i nostri paesi, e ad apprezzarli e ad amarli perché rappresentano le nostre origini e le nostre radici.

Io devo molto a queste due amici perché mi hanno insegnato a ricercare nella natura e nelle tante cose belle che ci circondano quella “energia positiva” che serve per affrontare la vita, specialmente nelle fasi di “bioritmo basso”.

Mi trovo spesso a pensare alle belle giornate trascorse assieme in sella alle bici, attraverso le nostre stupende campagne, parlando del più e del meno, del serio e del faceto, di sport e di donne, di politica e di religione, della famiglia, dei figli e... del tempo che passa !

Queste immagini rappresentano per me il senso massimo assoluto di tranquillità, di serenità e di pace.

E questo lo devo principalmente a Guido e a Lealdo.

 Sono felice per quanto hanno realizzato, condivido la loro soddisfazione e li invidio anche un po’ per essere riusciti a trasformare in qualcosa di tangibile le loro qualità e le loro aspettative.

E mi auguro che altri “amici” - e ce ne sono tanti che  possiedono qualità nascoste e doti ai più sconosciute -  riescano a trovare la stessa “energia positiva” per “emergere” ed ottenere  le stesse soddisfazioni dei miei amici Lealdo e Guido.

 

da C&TL Anno 2 N. 5 - Novembre/Dicembre 1997

 L’ACCADEMIA DELLA CHIONCHINA

Arte Sport Turismo Gastronomia

di Giampiero Mariani

 L’Accademia della Chionchina è stata fondata nel 1969; Soci fondatori furono i Signori: Bartoli Ermanno, Biagioni Sergio, Caramelli Mameli, Massaini Massimo, Nobile Giuseppe, Panconesi Marcello, Politi Alberto, Sala Piero, Santini Danilo, Zuccherini Fabrizio.

 Perché “La Chionchina”.

Il nome dato al Club all’atto della fondazione trae origine dal luogo ove è nato. Un gruppo di villeggianti pistoiesi si trovava a trascorrere le ferie a Cireglio, amena località prossima alla città che tutti i pistoiesi conoscono bene. Essi si ritrovavano nei lunghi e caldi pomeriggi estivi presso la “Casa del Villeggiante” posta presso una curva della strada che da Cireglio porta a Castello di Cireglio: tale località si chiama “Chionchina”.

La “Casa del Villeggiante” fu la prima sede sociale del sodalizio.

L’amicizia sincera che legava i fondatori, l’impegno di tutti, uniti all’originalità delle iniziative ed alla semplicità del nome furono le fondamenta del crescente successo dell’Accademia, divenuta oggi punto d’incontro di moltissimi Soci.

Durante questi lunghi trent’anni molte sono state le iniziative intraprese che hanno dato lustro al sodalizio: gite sociali. Mostre e concorsi di pittura, mostra nazionale di fotografia dedicata alla memoria del compianto Vice Presidente Giuliano Carrara.

Fiore all’occhiello del Club è l’organizzazione del premio “Pistoia Verde”, assegnato a persone, Enti ed Organizzazioni che hano contribuito a diffondere la conoscenza e la valorizzazione di Pistoia e Provincia nel mondo. Il Premio consiste in una scultura appositamente creata al Maestro Iorio Vivarelli. Molti sono stati i premiati che hanno gradito moltissimo il Premio:

 1976   Iorio Vivarelli scultore di fama mondiale

          Mauro Nesti pilota d’auto

            Raffaello Galardini realizzatore dello Zoo di Pistoia;

1977   Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia per il contributo dato al restauro di importanti opere cittadine

          Ubaldesco Baldi campione del mondo di tiro al piattello e medaglia di bronzo alle Olimpiadi;

1978   Fonderia d’Arte Michelucci per la realizzazione di opere in bronzo di famosi scultori di tutto il mondo

          Carlo Chiti progettista e realizzatore di motori per auto sportive;

1979   Marino Marini pittore e scultore di fama mondiale

          Comune di Pistoia per le innumerevoli manifestazioni organizzate per il Luglio Pistoiese ed il Convegno sul Verde Urbano;

1980   Agenore Fabbri scultore di fama mondiale

          Luciano Giovannetti medaglia d’oro alle Olimpiadi e Campione del mondo di tiro al piattello;

1982   Raffaello Melani docente e letterato

          Zeno Colo’ campione del mondo di sci e Medaglia d’oro alle Olimpiadi

1988   Giovanni Michelucci architetto ed urbanista di fama mondiale;

1990   Emiliano Panconesi famoso per la sua opera scientifica

1996   Giuliano Gori per i meriti internazionali nel campo dell’Arte.

 

Il Presidente dell’Accademia è il Cav. Piero Sala che da 28 lunghi anni opera nel sodalizio; attualmente sono iscritti al Club 166 Soci. Chi fosse interessato può contattare il nostre ex collega (ora pensionato ) Giampiero Mariani.