Raccolta articoli C&TL

                                                   

 

                                                                                    Protagonisti

 

 

 

Questa rubrica  vuol rendere omaggio a quei nostri colleghi e familiari che si stanno affermando e distinguendo

nel mondo dell’arte, dello spettacolo, dello sport. Sono molti infatti coloro che, per hobby e per passione,

nel tempo libero coltivano un interesse, spesso una vera e propria attività, che consente loro di emergere e diventare

“protagonisti”.

Spesso però queste persone non sono abbastanza conosciute al nostro interno, per cui abbiamo ritenuto interessante

 parlare di loro e renderli “protagonisti” anche nell’ambito del nostro Circolo.

 da C&TL Anno 2 N. 2 - Marzo/Aprile 1997

 FLORIANA FLORE

 Iniziamo questa nuova rubrica parlando di Floriana Flore, moglie del nostro ex collega Valerio Battiloni.

Floriana Flore è ormai una vera e propria protagonista nel mondo dell’arte. E’ infatti una affermata disegnatrice e scultrice conosciuta a livello nazionale ed internazionale avendo partecipato con successo a mostre e concorsi riscuotendo importanti premi e significativi riconoscimenti.

Fin da piccola, questa signora dall’aria  dolce e tranquilla, mostra uno spontaneo e profondo interesse per ogni forma di arte. Inizia con lo studiare canto, dotata com’è di una bella voce di mezzosoprano, ma ben presto prevale in lei la vocazione per il disegno al quale si dedica con passione e dedizione.

Poi, la famiglia, soprattutto l’impegno nella crescita dei figli, la distolgono dall’arte attiva. Ma la passione e l’anima artistica sono sempre i  vivi in lei e, non appena i figli sono cresciuti ed i doveri familiari lo consentono, si  rituffa nel suo mondo di tele, pennelli e colori.

E, forse per recuperare il tempo perduto, non le è sufficiente esprimere la sua vocazione per il disegno solo come hobby, ma vuole perfezionarsi e specializzarsi seguendo un vero e proprio programma di studio.

Ecco quindi che frequenta, non più giovanissima, il liceo artistico di Firenze per passare poi al prestigioso Istituto d’Arte di Porta Romana che è considerato a buon diritto il migliore del mondo. Ma non è ancora sufficiente e Floriana si specializza in Incisione e Colori presso l’esclusiva Scuola Internazionale “Il Bisonte” di Firenze anch’essa considerata unica al mondo nel suo genere alla quale accedono soltanto pochi prescelti dopo una dura selezione di prove ed esami.

Il talento di Floriana transita, dopo un minuzioso studio delle tecniche di disegno, attraverso pittura ed incisione, litografia e xilografia per approdare a quella che forse più delle altre rivela la sua valenza artistica e la sua vera natura espressiva: l’acquaforte.

L’acquaforte è una tecnica di incisione difficilissima che richiede una sensibilità, una precisione ed una espressività fuori del comune.

E Floriana è totalmente padrona di quest’arte e ottimi sono i risultati che riesce ad ottenere. Disegna con minuziosa attenzione ciò che la colpisce, principalmente paesaggi, nature morte e volti umani.

I critici la descrivono come un vero talento nell’uso del chiaroscuro e la citano come esempio di perfetta simbiosi tra artista e artigiana, come lo si era nella Firenze Rinascimentale.

Come dicevamo all’inizio Floriana Flore è molto apprezzata anche in campo internazionale tant’è che lo scorso anno ha vinto il prestigioso premio L.A.F.M. La Grande Motte ad Arles in Francia.

Vorremmo chiudere questa breve biografia di un’artista così vicina a noi e al tempo stesso, forse a molti, sconosciuta, sottolineando con sincera ammirazione anche l’immagine di una donna che, con tenacia e caparbietà (oltreché ovviamente col talento) è riuscita a raggiungere traguardi così ambiti conciliando la propria vena e passione artistica col ruolo di moglie e madre.

Ringraziamo sentitamente Floriana Flore per aver favorito questo articolo e per aver fatto dono al nostro Circolo di una sua preziosa opera, esposta nei locali di Palazzo Buontalenti e invitiamo tutti i nostri lettori a visitare le prossime mostre di Floriana.

 

da C&TL Anno 2 N. 3 - Maggio/Giugno 1997

 FABIO GONFIANTINI

 Questa volta vogliamo parlare di un nostro collega che da molti anni sta dedicando il proprio tempo libero e molte delle proprie energie all’amore per il teatro.

Stiamo parlando di Fabio Gonfiantini, nostro collega dell’ufficio Mutui, “guida” dell’affermata compagnia teatrale “G.A.D. Città di Pistoia”.

Recentemente gli è stato conferito il premio come miglior attore al festival “Sipario d’oro 1997” di Rovereto una delle principali rassegne nazionali di teatro alla quale il GAD ha partecipato con l’opera “Il Matrimonio” di Nikolaj Gogol.

Gli abbiamo chiesto di descrivere lui stesso la propria “passione” e di raccontare ai nostri lettori la sua esperienza e la storia del suo amore per questa nobile arte.

Sono giusti venti anni che faccio parte del G.A.D. Città di Pistoia “F: Rafanelli”, anni volanti in piacevole compagnia di tanti personaggi interpretati e di tantissime persone che tanto mi hanno insegnato e che spero, con molta umiltà, come hanno fatto con me, di trasmettere ai nuovi arrivati, che a loro volta, forse inconsapevolmente, insegnano a me.

Fare teatro oggi in una compagnia non professionista, della quale ho il piacere di esserne il Presidente, compagnia riconosciuta a livello nazionale tra le migliori e che ha avuto significativi riconoscimenti a tutte le rassegne alle quali si è presentata, non è certo un semplice passatempo, ma un secondo lavoro.

Già, un “secondo” ma piacevole lavoro che mi ha permesso di ottenere risultati molto lusinghieri; un lavoro che non permette di smettere di studiare, capire, perché il “calarsi” in un personaggio è possibile solamente se ha studiato il periodo storico-culturale in cui agisce, devi capire come si muove, cosa pensa, come si veste, entrare dentro di lui, farselo proprio, sentirlo tuo e poi.... in scena!

L’applauso è una piacevole droga, certo, ma con quale sacrificio, proviamo ad immaginarlo: arrivo in teatro, scarico del camion, montaggio scene, montaggio luci, musica, ottimizzazione dell’insieme, al trucco, cambiarsi e quindi.... in scena!

Sembra semplice no? Ma le scene che abbiamo studiato a tavolino, adattate alle nostre esigenze di carico per il trasporto, di costo; le abbiamo costruite, ci siamo inventati pittori e le abbiamo dipinte, stessa cosa per i costumi, fino nei dettagli, il trucco, tutto studiato, appreso, fatto proprio e poi....... in scena!

Già in scena, soddisfazione certo, giusto compenso a quattro/cinque mesi di lavoro dalle 21 alle 24 per fare le prove, tre sere la settimana, sabati e domeniche a studiare, a costruire, a lavorare..... e questo è forse un passatempo?

Rappresentare un testo vuol dire studiarlo, studiare un testo vuol dire tutto quanto già detto forse di più, la paura di non “trovarsi” in parte, di non “sapere” la parte, di non capire di essere non noi stessi, ma lui “il personaggio”, e tutto questo concentrato per arrivare alla tensione giusta, al ritmo giusto per quel singolo spettacolo che rappresenta il risultato finale di tutto il lavoro; questo vuole dire far parte di una compagnia di attori non professionisti.

Nei miei vent’anni passati con il G.A.D. ho interpretato tanti e svariati personaggi, dai minori ai protagonisti e viceversa, e tutti con lo stesso impegno, perché in teatro non è importante il numero delle battute, è l’intero testo che ha bisogno anche del classico “Il pranzo è servito!”, li ricordo tutti i miei personaggi, li ricordo con simpatia, alcuni con divertimento, altri con rabbia, e tutti, tutti mi hanno insegnato la loro umanità, la loro coerenza, il loro desiderio di uscire dalla carta del copione.

All’interno della compagnia mi occupo di diversi settori e devo riconoscere di esserne molto gratificato perché tutto fa parte della riuscita di uno spettacolo, ho studiato ed allestito molte scenografie dei nostri spettacoli, ho preparato i costumi, ho recitato ed i riconoscimenti, personalmente, non mi sono mancati in nessun caso. Falsa modestia? No! Duro lavoro e impegno.

In teatro, a livello non professionista, si deve saper fare tutto  e pertanto oltre alla compagnia di prosa, da alcuni anni collaboro, per la parte musicale, con la Scuola di Danza “Isabella” di Quarrata per la quale mi è stato chiesto di costruire gli spettacoli finali della scuola.

E’ un’esperienza completamente diversa, molto interessante e stimolante e che mi permette di ampliare le mie conoscenze nel campo della musica, classica e non, e devo dire che anche in questo settore le riconoscenze non sono mancate.

Quanto mi costa tutto questo impegno? Tutto il tempo libero disponibile, e quasi sempre non è sufficiente, tempo passato in biblioteca sui libri a studiare, prendere appunti, a cercare vecchie riviste, giornali per trovare quel particolare che manca, tempo passato a visionare cassette di vecchi films, a cercare abiti usati per ricostruire i costumi, musica, imparare a truccarsi e poi prove, prove, prove e finalmente.... in scena!

 

a C&TL Anno 2 N. 4 - Settembre/Ottobre 1997

 BENEDETTA BRUNI

 Questa vogliamo parlare di una piccola “grande” protagonista, Benedetta Bruni figlia della nostra collega Elisabetta Mati, che lo scorso giugno ha vinto, con un suo racconto, il concorso letterario “Cino da Pistoia”. Riportiamo, qui di seguito, il suo racconto augurandole un futuro radioso e, chissà, da grande scrittrice. Certo è che la fantasia non le manca!

 ABBANDONATO IN CASA

 “Trascorro le mie giornate in una casa antica, alla periferia della città. Quando è bel tempo, seguendo i consigli del mio amico Snoopy che afferma che i cani sono nati per dormire al sole, me ne sto sdraiato in una cesta che i miei amorosi padroni hanno sistemato in un angolo dell’orto, protetto dal vento e profumato, in primavera, da una pianta di lillà. I raggi del sole scaldano il mio lungo pelo e una sensazione di benessere mi scende nelle ossa.

Sono stato fortunato. Quando vidi entrare nel negozio di animali quelli che sarebbero poi diventati i miei padroni, decisi di farmi in tutti i modi notare e con guaiti e scodinzolii, attirai la loro attenzione. Fu amore a prima vista e da allora non ci siamo più lasciati. Il padrone mi porta a passeggiare e mi fa giocare con una pallina, la padroncina mi coccola e mi fotografa in continuazione, la padrona mi dà a mangiare e ahimè mi pettina e guai a tentare di fuggire fino a quando non ha finito e mi ha fermato un ciuffo di peli che ho sulla testa con un ridicolo fiocchino rosso.

Sono di razza Yorkshire, amo la natura forse perché la mia bisnonna era Lucy dei Prati Verdi o forse perché spesso vengono portato in una casa che i miei hanno in montagna.

E’ qui che ho vissuto la mia avventura perché fra i lati negativi dei miei padroni c’è la disattenzione. Un fine settimana quindi siamo partiti per la montagna e siccome avevamo diverse cose da portare, siamo andati con due auto. Il paese dove trascorriamo le vacanze è piccolo e silenzioso, la gente si conosce da sempre e tutti mi salutano e mi danno colpetti sulla testa. Il tempo è trascorso veloce e la domenica sera, allibito ho visto che i miei padroni ripartivano senza di me convinti l’uno che fossi nella macchina dell’altro e viceversa. Io abbaiavo dalla finestra dei soffitta, perché era lì che ero andato a dormire, ma il rumore delle auto copriva la mia voce.

Ero rimasto solo e sul momento non sapevo cosa fare. Certo appena si fossero accorti della mia mancanza sarebbero tornati a prendermi e, allora, scendendo le scale sono andato in cucina e mi sono messo a pensare sul da farsi. La porta di cucina ha una piccola uscita creata apposta per me e mi sono così deciso di andare verso il paese dove certo qualcuno mi avrebbe riconosciuto. Nell’incamminarmi, devo confessare che avevo un po’ paura perché stava arrivando la sera e per un cane di circa due chili affrontare il buio non è cosa semplice.

Come è silenziosa la notte e quelle strane luci che si accendevano e si spegnevano fra gli abeti del bosco cos’erano?

Non avevo mai visto niente di simile. Poi mi sono ricordato che la padroncina le aveva chiamate lucciole e diceva che facevano i soldi.

Percorrevo la strada con andatura veloce, rimanendo vicino al ciglio erboso che mi dava un certo senso di protezione. Ad un tratto un rumore sconosciuto mi ha fatto trasalire. Mi sono fermato e fiutando l’aria ho cercato di carpire qualche odore. Nel bosco ci sono le volpi e a volte si avvicinano anche i cinghiali, per me sarebbe stato un bruttissimo incontro. Ho intuito che il suono veniva dai rami di un ciliegio e guardando bene ho intravisto un animale peloso e con grandi occhi verdi, cos’era mai?

Non sapevo se muovermi o rimanere nascosto fra l’erba, quando l’animale è volato via. Forse era un gufo o una civetta che cantava alla luna e allora anch’io, per darmi un tono, ho ululato come fanno i cani veri. Quando le zampe ormai iniziavano a farmi male, ho visto le luci del paese e il negozio di Giulio ancora aperto. Mi ci sono infilato di volata e ho abbaiato per farmi sentire. Giulio mi ha preso in collo e ha capito che avevo fame ed ero stanco.

Mentre i rifocillavo, ho riconosciuto il rumore amico della macchina della padrona. Che gioia quando li ho visti scendere stanchi e mortificati perché anche loro si erano presi un grande spavento. Quante coccole mi hanno fatto ed io, nonostante tutto, li ho perdonati perché come dice sempre il mio amico Snoopy “errare è umano, perdonare è canino”.

 

da C&TL Anno 2 N. 5 - Novembre/Dicembre 1997

 LUCA BOSCHI

“Un pistoiese alla ribalta del mondo dei fumetti”

 Chi non ricorda l’orsetto Mike, immagine giovane della Cassa?

Corre l’anno 1986 e la nostra Cassa, in pieno e tumultuoso sviluppo, coniugando la tradizione ed il futuro, si rivolge ai giovani ed ai giovanissimi con l’Orsetto Mike, simpatico ed avveduto, che discende dall’Orso Micco, da tempo immemorabile simbolo della nostra città. La realizzazione dell’Orsetto Mike fu affidata al nostro concittadino Luca Boschi, figlio di Mario, collega ormai da tempo in quiescenza, che i dipendenti non più giovanissimi ricorderanno come il “funzionario dell’Ufficio Personale”.

Luca Boschi è laureato in Giurisprudenza.

La sua attività abbraccia l’ampio settore dei fumetti e del cinema di animazione, nei quali si distingue come realizzatore, storico e critico. Da tre lustri è apparso, nella veste di sceneggiatore, disegnatore, giornalista (e talvolta direttore editoriale) su testate come “Metal hurlant”, “BancTitre”, “L’Eternauta”, “Duel”, “Replay”, “Lupo Alberto”, “Horror”, “Starcomix”, ecc.

Ha insegnato per lungo tempo cinema di animazione e fumetti nell’ambito del progetto Pistoiaragazzi, organizzato dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Pistoia. Attualmente tiene lezioni alla Scuola Internazionale dei Comics di Firenze e partecipa ai corsi di aggiornamento per insegnanti sull’educazione all’immagine.

Da circa dieci anni cura mensilmente alcune rubriche di informazione per “Comic art” e fin dal primo numero ha contribuito con scritti e fumetti a “Totem comic”. Dal 1995 ha curato le collane del DC-Vertigo.

Luca Boschi collabora con la Walt Disney Company: ha scritto tutti i volumi della collana “Walt Disney presenta” e lavora per “Paperino”, “Zio Paperone”, “I Maestri Disney” e “Topolino”.

Ha scritto e realizzato programmi televisivi e film animati; ha collaborato alle principali manifestazioni internazionali del settore.

Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, fra cui nel 1991 il Premio Comics World come miglior critico specializzato italiano e, nel 1994, quello per la maggiore rivista italiana indicata dai lettori di “Fumo di china” (DC Comics da lui diretta). Nel ‘96 ha visto il Premio “Fumo di china” come miglior sceneggiatore umoristico italiano.

Dal 1996 è Direttore Culturale dell’Ente Autonomo Max Massimino Garnier di Lucca; come è noto, l’Ente Garnier è l’organizzatore (ormai da trent’anni) della mostra internazionale dei Comics, di Lucca games e Lucca Junior, che per due volte l’anno trasformano Lucca nella capitale mondiale dei comics.

Attualmente è Direttore Responsabile della rivista “Pistoia e dintorni”, periodico mensile molto interessante che riporta luoghi, itinerari, manifestazioni, informazioni, notizia e servizi di pubblica utilità della Privincia di Pistoia.

 

da C&TL Anno 3 N. 2 - Maggio/Giugno 1998

 PAOLO GIORDANO

 UNA FAVOLA DIVENTATA REALTA’

 Questo numero di Cassa e Tempo libero dedica la rubrica “Protagonisti” a PAOLO GIORDANO il nostro collega assurto agli onori delle cronache per aver vinto, con un racconto intitolato “Il viaggio di Camillo”, il prestigioso Concorso Internazionale “Baia delle favole” intitolato ad  Hans Christian Andersen, organizzato dal Comune di Sestri Levante.

 Senz’altro molti nostri colleghi  conosceranno Paolo Giordano per aver avuto contatti professionali con lui, infatti è in banca ormai da un bel pò di tempo e, prima di arrivare alla Sede di Pistoia, è stato in altre filiali e per un lungo periodo ha prestato la propria opera presso il Servizio Estero prima e la Segreteria Fidi poi. Ha lavorato anche per un certo periodo all’ufficio di rappresentanza della Cassa a Londra dove ha conosciuto sua moglie Rita; oggi hanno quattro figli di età compresa fra gli 11 anni ed i 18 mesi.

Dicevamo che molti conoscono Paolo professionalmente ma pochi sanno invece della sua passione per scrivere ed in particolare per inventare storie per ragazzi.

 Abbiamo chiesto a Paolo di raccontarci come è nata questa sua passione e come si diventa narratori per ragazzi.

<< Ho sempre avuto la passione per scrivere. Poi ho affinato anche quella per narrare, rappresentare. Devo molto a Fabrizio Rafanelli (l’indimenticato fondatore del Gad “Città di Pistoia”), di cui ho frequentato un corso, una decina di anni fa. >>

<< Dal 1993, con un gruppo di amici abbiamo dato vita al Teatrino dei ragazzi. Ci ritroviamo regolarmente ed allestiamo storie per ragazzi, spettacoli di animazione, scenette con burattini che poi rappresentiamo in occasione di manifestazioni e feste organizzate per i bambini, durante le quali essi stessi sono coinvolti direttamente sia nella rappresentazione che nella costruzione delle storie. Per due anni la domenica abbiamo fatto degli spettacoli al Centro stranieri. Poi è nata una collaborazione con il Comune di Pistoia con gli spettacoli anche recentissimi in piazza della  Sapienza..>>.

 “Ma come è arrivato questo premio prestigioso ?”

 << Ho saputo un mercoledì del concorso, che scadeva sabato. Ho pensato di partecipare nella sezione del racconto narrato con “Il Viaggio di Camillo” una storia che un pò avevo già raccontata ai miei figli, un pò ad altri bambini di amici, ed in qualche spettacolino che organizziamo.

Così giovedì notte, addormentati i miei figli, mi sono messo al computer e l’ho buttato giù in due cartelle e mezzo. Il giorno dopo ho preso mezza giornata di ferie e ho inciso la storia, inviando la cassetta a Sestri Levante.

 Ed è andata bene. Il presidente David Bixio mi ha detto, comunicandomi la notizia del successo su 71 partecipanti in questa sezione, che gli era piaciuta in particolare l’interpretazione del “Il viaggio di Camillo”, in cui mi cimento con cinque voci diverse  >>.

 “Come devono essere secondo te  le storie per piacere ai ragazzi ?”

 << Credo che la cosa più importante è che siano allegre. Ci deve essere una certa tensione narrativa, uno sviluppo che tenga vivo l’interesse, il lieto fine. Secondo me non è nemmeno importante che siano didattiche. Ciò che importa è interessare i ragazzi ed aprire la loro immaginazione.

E questo vale non solo per i ragazzi.

Credo che ognuno di noi debba affrontare la realtà con un certo senso di immaginazione, per trovare soluzioni intelligenti in ogni circostanza. E scrivere per i ragazzi può essere davvero istruttivo per ciascuno >>.

 Beh. Questa esperienza di Paolo è davvero esaltante. Vedere premiati i propri sforzi, soprattutto se si tratta di qualcosa a cui dedichi tanto tempo e tanta passione, qualcosa in cui credi veramente, è senza dubbio una delle emozioni più belle che una persona possa provare.

 Concludiamo questa rubrica rivolgendo un invito a tutti quei colleghi incuriositi da questa “strana” passione di Paolo e da questo “mondo fantastico” che tanto ci avvicina ai nostri ragazzi, a mettersi in contatto direttamente con Paolo Giordano, alla Sede di Pistoia.

 

da C&TL Anno 3 N. 3 - Ottobre/Novembre 1998

 LUCIA BATTANI

"Emozioni"

In questo numero Cassa e Tempo libero dedica la rubrica “Protagonisti” a LUCIA BATTANI, nostra collega, pittrice per passione, che recentemente ha esposto le sue opere presso il celebre Salotto letterario “La Gibigiana” di Livorno riscuotendo un notevole successo e favorevoli commenti da parte della critica specializzata.

 Ma andiamo per ordine. Lucia, dicevamo, è nata a San Marcello dove ancora vive (nel paese di Gavinana) e lavora e della gente della nostra montagna riflette tutte le caratteristiche principali: intelligenza, estro e creatività.

A tutto questo, Lucia unisce una sua personalissima sensibilità interiore ed una vena artistica che lei stessa non sapeva di possedere.

Fu proprio per dare libero sfogo ad un estro creativo che sentiva vivo e crescente dentro di sé, che alcuni anni fa decise di partecipare ad un corso di pittura.

Dopo qualche anno di studi e di perfezionamento delle tecniche pittoriche, ha deciso di uscire allo scoperto.

L’esordio è avvenuto nel ’97 con la sua partecipazione alla 1^ Biennale di arte contemporanea Città di Firenze.

Dopo questa prima esperienza ha partecipato a nove mostre collettive ed ha curato l’illustrazione di un libro di poesie di Maria Micaeli dal titolo “Pensieri di donna da Casaleggio Boiro a Suvereto”.

Il suo viaggio, per adesso, è arrivato a Livorno al Salotto letterario La Gibigiana dove con la personale “Emozioni” ha esposto alla presenza di autorevoli critici, maestri d’arte, giornalisti, galleristi. Ed è stato il vero battesimo d’arte, dove, come dicevamo all’inizio, Lucia ha conseguito un notevole successo personale e per le sue opere.

Alla mostra presso la Gibigiana, presentata dal critico Sergio Vincenzoni e dal giornalista Rodolfo Novelli, erano presenti il Maestro Ferruccio Mataresi, Franco Sumberaz e la nota gallerista Carla Guastalla.

Tra i tanti, riportiamo un giudizio, per così dire “ufficiale”, che sintetizza in maniera perfetta la persona e l’artista: Lucia Battani.

Lucia sembra una studentessa, ma non lasciamoci ingannare dal suo aspetto soltanto perché non ha ancora preso possesso della sua forza e ricchezza interiore. Le sue donne hanno una eleganza nei tratti da esperta artista, ma non hanno mai la prospettiva diretta del volto. Vibrano attraverso la cascata opulenta dei capelli.

Accanto espone i suoi gatti, quei gatti umanizzati che i loro occhi danno anima alle immagini femminili. E’ così che Lucia viene allo scoperto e allora attraverso quegli sguardi, dolci e aggressivi, conosciamo la ricchezza della sua personalità che piange, che ride e che ha paura."

Lucia si muove per simboli e in un’atmosfera unica, quasi esoterica.”

 La storia dell’artista Lucia Battani per ora si ferma qui. In attesa di poter presto ammirare le sue opere esposte in una galleria della nostra città, Cassa e tempo libero, anche per conto di tutti i suoi lettori e di tutti i soci del nostro Circolo, augura a Lucia un futuro ricco di soddisfazioni per questa sua passione artistica che le ha consentito di “emergere” e di essere annoverata tra i nostri “Protagonisti”.

 

da C&TL Anno 5 N. 2 - Settembre 2002

 ALESSANDRO BELLINI

"Ali di cartone"

Questa  volta  parliamo  di  Alessandro Bellini,  nostro collega  del  C.S. di S. Agostino  che  da molto  tempo coltiva  la passione della narrativa e recentemente ha pubblicato un libro di natura autobiografica, «Ali di cartone», edito dalla Editrice CRT di Pistoia, in cui ripercorre i momenti più importanti della sua esistenza.

In questo articolo è lo stesso Alessandro che ci descrive la sua opera.

Se lo scrivere non fosse divenuto una moda diffusa, oggi apparirei in volto più soddisfatto, per essere riuscito a mettere in copertina la sudata mia opera, cioè il libro Ali di Cartone.

Tuttavia l’ho scritto attraverso varie fasi, a cominciare dai fuscellini fino a riscriverlo per ben tre volte, perché non ne ero mai pago.

Il libro narra una fetta della mia passata esistenza e, seguendo la tradizione letteraria, ho imbrattato d’inchiostro le sue bianche pagine, con tutto ciò che mi bolliva dentro, ossia ho rovesciato, su quei fogli, l’atrabile umore, racchiuso nelle sacche della mia anima.

Non vorrei apparire né retorico né patetico; ugualmente, ho avvertito dentro l’impulso di scrivere, e non vi dico di averlo già sentito al tempo dell’adolescenza, per rendere tangibile e palpabile, alla dura pelle, il dolore morale.

Sì ho avuto l’ardire di pitturare le pulsioni e le debolezze umane; e del recondito vorrei saper tutto colorare.

Ma ora che non mi sento più scrittore, ho cancellato dalla mia memoria, sarete lenti a crederci, tutto il narrato; e, quando il carattere me lo consente, io rileggo volentieri il mio libro, e ne gioisco, e ne godo appieno la sua bellezza poetica; così a me pare.

Ragion per cui, dopo averlo pubblicato, a mie spese, e messo in vendita, lo vorrei proporre ai miei colleghi che vorranno compiacermi.

Comunque vada, per me questo libro vale molto, più di quanto possiate immaginare, quasi che si fosse trasformato in una incorruttibile bottiglia eterna, e lì dentro io rivedessi vivere me medesimo a ogni batter d’ora.

Sappiate che ho molto trepidato ad aspettare il postino, e, quando giungeva, ancor prima di leggere la risposta degli Editori, cui avevo inviato il manoscritto, già annusavo la disfatta, che il tremante mio dito un attimo dopo confermava; ma, finalmente, la mia ambizione si è sgonfiata e con essa l’ansia, talché ho la giusta serenità di animo per affrontare il giudizio e, perché no, la severa critica altrui, quindi mi presenterò corazzato davanti a voi, se avrete la voglia e il tempo di leggermi”.